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martedì 29 agosto 2017

Sarahah: l’app dell’estate mette a rischio la privacy degli utenti

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Diciamocelo, quanti di noi prestano attenzione ai permessi richiesti quando scarichiamo una nuova app sul telefono, soprattutto quando si tratta di una delle grandi novità del momento che spopola in tutto il mondo? 
Questa leggerezza potrebbe costare caro in termini di privacy per gli utenti che hanno installato l’app Sarahah, il fenomeno dell’estate 2017 balzata in vetta alle classifiche di download dei vari store online e che permette di ricercare gli amici già iscritti per inviare loro messaggi anonimi senza diritto di replica e senza la possibilità di essere rintracciati. Criticata fin da subito a causa degli evidenti rischi legati al cyberbullismo, l’app saudita sarebbe ancora una volta sotto i riflettori in seguito alla scoperta di un analista statunitense riportata dalla rivista The Intercept. Sembrerebbe, infatti, che l’app invii ai propri server i contatti, i numeri di telefono e gli indirizzi email presenti nella rubrica dei dispositivi su cui è installata, senza un’apparente funzionalità che giustifichi l’accesso a quelle informazioni
L’ideatore di Sarahah, Zain al-Abidin Tawfiq, ha replicato subito affermando che il caricamento dei dati serve solo per poter segnalare in futuro l’app ai propri amici, ma ribadendo quasi nell'immediato che “la richiesta di accesso ai dati sarà eliminata col prossimo aggiornamento”.
Sicuramente l’invio ingiustificato di dati così sensibili a server esterni non è un fattore positivo per un’app che promuove l’anonimato, ma ciò dimostra ancora una volta come la maggior parte di noi rilasci con molta leggerezza il consenso e il permesso ad accedere alle nostre informazioni personali alle applicazioni che installiamo, senza pensare a dove finiranno e come verranno utilizzate.  


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